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domenica 15 gennaio 2012

SPREAD E BESTIE DI UOMO (15/01/2012)

L'anno non è iniziato affatto bene. Tra neofiti dell'economia che si riempiono la bocca di un nuovo vocabolo presto diventato tormentone dei notiziari, lo Spread, che parafrasando un intelligente sketch del grandissimo Maccio Capatonda ha il suono di una bevanda frizzante analcolica, a Roma si registrano nuove violenze e delitti che vedono protagonisti per lo più immigrati sullo sfondo di periferie dove la sana integrazione è ancora un'utopia.

A tutti i "cittadini del mondo" nati a Roma piacerebbe che la capitale d'Italia diventasse una Londonistan dove un cameriere bengalese possa fare carriera e diventare un manager. Ma l'ambizione di una città giustamente multiculturale e aperta al diverso si scontra oltremisura con la realtà di un paese che forse non si sarebbe mai potuto permettere un fenomeno immigratorio di un certo livello. E bamboccioni tricolori come il sottoscritto continuano a vivere da disoccupati alle spalle dei genitori pur di non accettare contratti a progetto e a tempo determinato francamente improponibili in un paese occidentale e liberista. 600 euro al mese per tre mesi di lavoro di 10 ore al giorno sono una miseria e la presenza di est europei, mediorientali e asiatici disposti a piegarsi alle dure condizioni dell'ignobile imprenditoria italica non fa altro che abbassare la soglia e la percezione dello sfruttamento.

La crisi è terribile e finisce per contagiarci irrimediabilmente come un virus impazzito. Mi viene in mente come nel 1984 il maestro Edgar Reitz raccontò in Heimat l'ascesa del nazismo nella Germania post Repubblica di Weimar: il terzo episodio della fantastica epopea, simbolo di una televisione culturale che ormai è un lontano e dolce ricordo, intitolato Natale Come Mai Fino Allora, spiega la ragion d'essere del nazionalsocialismo come la forse inevitabile conseguenza di un disastro economico. Morale della favola: leva cibo e soldi all'uomo e questo diventa la peggiore delle bestie.

Così a Torpignattara, uno dei simboli di un'integrazione di strada un po' fai da te, un commerciante cinese "che ce ruba er lavoro" e la sua figlioletta sono stati strangolati sotto casa per rubare l'incasso dell'attività del signore. Ovviamente quando si pensava che l'omicida sventolasse bandiera italiana le testate giornalistiche imparentate col centrodestra hanno riportato marginalmente la notizia. E ovviamente ora che pare la bandiera sia nord africana sugli organi d'informazione si parla di mafie, sicurezza e persino di nostalgie del muro di Berlino (?) da parte di qualche utente non molto sereno di social network. E in mezzo a tutto questo il sindaco Gianni Alemanno, che basò sulla sicurezza l'intera campagna elettorale che lo portò al Campidoglio, teme l'escalation di violenza che la città eterna sta registrando nei "suoi" ultimi quattro anni.

Come si fa a essere ottimisti di fronte a tanta violenza istituzionale?


VP