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lunedì 13 febbraio 2012

Hugo Cabret (2011) by Martin Scorsese


Hugo Cabret (2011)
di Martin Scorsese

Asa Butterfield (Hugo Cabret)
Jude Law (Hugo's father)
Ben Kingsley (Georges Méliès)
Chloe Grace Moretz (Isabelle)
Sacha Baron Cohen (Station inspector)
Christopher Lee (Monsieur Labisse)
Michael Stuhlbarg (Rene Tabard)
Helen McCrory (Mama Jeanne)


Dicevamo nella recensione di Midnight In Paris che l'ultimo Woody Allen dovrebbe lavorare alle Lonely Planet. Beh in questo caso Martin Scorsese dovrebbe essere conteso da tutte le più prestigiose università come insegnante di Storia del Cinema: la sua carriera ormai è uno studio filologico sui film che vedeva da bambino e che ci ha illustrato nei suoi viaggi in America e in Italia.

Se Shutter Island era uno studio dell'horror gotico e di Shock Corridor di Samuel Fuller, nella sua nuova opera Scorsese prende un romanzo di Brian Selznick (vi dice qualcosa il cognome? Ebbene sì, il nonno era il cugino del produttore leggendario di Via Col Vento e Rebecca di Hitchcock) per omaggiare il cinema muto, così alla ribalta ultimamente grazie a The Artist.

Perché il dodicenne orfano Hugo vive segretamente nella torre dell'orologio di una stazione della Parigi degli anni '30 nel pieno di un freddo inverno da Polar Express. A fargli compagnia non sono solo i ricordi del padre orologiaio e dello zio alcolista, ma un immobile automa che il padre aveva preso da un museo abbandonato e che Hugo si è messo in testa di aggiustare. Il corso degli eventi lo porterà a scoprire nientemeno che il segreto di Georges Méliès, quello dell'Uomo Sulla Luna.

Hugo Cabret ha l'atmosfera di un film di Natale della Walt Disney girato da un regista che ama il cinema alla morte. E' un 3D molto brillante e con una sceneggiatura fin troppo oliata e studiata a tavolino, piena di incidenti scatenanti da manuale, firmata John Logan. E' un film che ha il merito di coniugare il romanzo di formazione di eco dickensiano con la didattica sulla Storia del Cinema in modo semplice, leggero e appassionante. E' un film che ha una magia, educativo per i più giovani e vecchi.

Si porta appresso l'antipatia delle 11 nominations agli Oscar 2012 a scapito del capolavoro "scomodo" J. Edgar. Insieme a The Artist, la prova che Hollywood non ama le voci fuori dal coro (anche se si tratta dello storicamente conservatore Eastwood) e pensa a incensare la Storia e lo Stile dell'arte che ha prodotto... ovvero soprattutto se stessa.


VP